Author: - 26/05/2017
Considero speciali quei luoghi che ogni volta hanno qualcosa di inedito da regalare, quei luoghi che si concedono pian piano rivelandosi sempre nuovi. La Puglia è proprio così: una continua scoperta. A inizio maggio, col primo tour di MyPugliaStory, ho avuto il piacere di appurare quanto la mia terra sia capace di offrire paesaggi, storie ed esperienze completamente differenti senza dover macinare lunghe distanze. Percorrendo le strade che si dipanano dal nord barese fino al Salento abbiamo ammirato il repentino cambiamento dei panorami e il caleidoscopio di colori che questa regione è capace di offrire. Nel giro di pochissimi giorni abbiamo visto virare i colori dall’azzurro più intenso di Polignano al dorato della pietra leccese al calar del sole. E mi sono sentita orgogliosa della mia terra, fiera di vivere nel magnifico tacco dello stivale italiano.
In questo articolo vi riassumerò ogni singola tappa del tour affinché voi stessi possiate immergervi nell’atmosfera pugliese e magari replicare il nostro viaggio sfruttando l’itinerario proposto.
Bari
Il nostro viaggio è iniziato da Bari, la mia Bari.
Bari è una città estremamente folcloristica e suggestiva ma, a causa di alcuni retaggi culturali, non viene ancora considerata da tutti una destinazione accattivante dal punto di vista turistico.
Abbiamo cercato di sfatare questi miti documentando sui canali social la nostra esplorazione del borgo antico, doverosamente preceduta da un rapido assaggio – non solo in senso figurato – dei frutti di mare dei banchetti del Chiringuito, un must della tradizione barese. Costeggiando il Castello Normanno-Svevo siamo arrivati all’ingresso della via delle orecchiette, preceduta dal famigerato Arco Basso. Qui, davanti ai nostri occhi, si è palesato un vero teatro dove le attrici erano le signore locali intente a preparare con zelo le orecchiette, mentre noi eravamo gli spettatori entusiasti.
Molti non immaginano che Bari sia una città così viva, oserei dire interattiva, dove l’autenticità e la tradizione rappresentano ancora delle pietre miliari. Ciò lo si apprende solo spingendosi nella parte vecchia della città, tentando invano di orientarsi nel dedalo di vicoli, addentando la focaccia più genuina (noi abbiamo scelto quella del Panificio Santa Rita), scattando una foto al suggestivo Largo Albicocca, guardando col naso all’insù la Cattedrale fino ad arrivare alla Basilica di San Nicola. Da qui si può poi procedere sulla Muraglia fino ad arrivare al Fortino di Sant’Antonio, oppure si può optare per una passeggiata sul lungomare sfilando accanto a una miriade di iconici lampioni e respirando aria pura a pieni polmoni.
Giovinazzo
Nel nostro primo tour abbiamo voluto includere una meta poco conosciuta, una di quelle che ci sta più a cuore: Giovinazzo. Situata a pochissimi chilometri a nord di Bari, Giovinazzo è una cittadina pittoresca e, essendo frequentata soprattutto dalla gente del posto, mantiene un’atmosfera intima e tranquilla. In compagnia della nostra local Eleonora Bufo, siamo partiti dal Canaruto, bar situato in una posizione strategica con una terrazza – e un romantico balconcino – vista mare. Da qui la particolarità di Giovinazzo è più evidente che mai: le persiane verdi spiccano in un panorama dominato dalla pietra bianca e dall’azzurro del mare.
Dopo un caffè con vista ci siamo addentrati tra i caruggi del centro storico, passando anche attraverso una via minuscola – la più stretta di Giovinazzo, ci ha detto Eleonora – conosciuta dai locali come via dei pidocchi. Abbiamo poi raggiunto Piazza Meschino che ci ha accolto con le sue abitazioni caratteristiche e la sua tranquillità che di sera viene animata dal chiacchiericcio dei locali. Bastano pochi passi per raggiungere la Muraglia per fermarsi lì a guardare l’infinità del mare che avvolge questa perla ancora ignota del nord barese.
Trani
Non potevamo non fare tappa nella cosiddetta “perla del nord barese”: Trani. Ricca di storia, culla di culture e incantevole sia di giorno per una passeggiata sulla Darsena, che di sera, quando i locali pullulano di giovani e Trani sfoggia il suo lato più trendy e festaiolo. Partendo dalla magnifica Cattedrale, grazie alla nostra local Claudia Nicolamarino, ho scoperto il quartiere ebraico, una chicca che caratterizza la città dal punto di vista storico e culturale. Caratterizzato da un suggestivo intrico di strade dominato dalla vecchia sinagoga (oggi divenuta museo ebraico e visitabile su prenotazione), testimonia l’importanza che un tempo Trani aveva nel commercio. Guidati da Claudia abbiamo attraversato la Porta Aurea, la più antica di Trani, e siamo giunti alla Villa Comunale, con i suoi giardini pensili sul mare. Aspettando il tramonto ci siamo concessi un aperitivo in uno dei locali di tendenza della zona, Il Vecchio e il Mare, fantastico per l’atmosfera rilassata e per il suo affaccio sul mare e sulla Cattedrale. E per finire ci siamo goduti il tramonto, aspettando che il sole si tuffasse nell’acqua.
Polignano a Mare
Sebbene Polignano non abbia bisogno di presentazioni, abbiamo deciso di includere nel tour uno dei posti più amati e visitati della Puglia cercando di dare alla nostra sosta un taglio più particolare e autentico. In compagnia del nostro local Candido Marinelli siamo partiti dalla statua di Domenico Modugno – un’icona della città – per addentrarci tra le candide stradine del centro storico intrise della poesia di Guido il flaneur. Dopo qualche scatto alle romantiche terrazze a strapiombo sul mare, Candido ci ha deliziato con una tappa da Mario Campanella (o meglio, Il Mago del Gelo) per assaggiare la specialità locale: il caffè speciale. Questo caffè, preparato con l’aggiunta di scorza di limone, amaretto e panna, è nato proprio in questo locale ed è ormai divenuto un rito per chi visita la città per la prima volta (e non solo).
Da Mario Campanella ci siamo spostati da Peppino Campanella, anch’egli inventore di qualcosa di unico che ormai rappresenta la città. Peppino Campanella ci ha accolto nel suo laboratorio con vista su Cala Monachile illustrandoci la sua arte e le sue estrose creazioni in vetro. Un vero piacere conoscere Peppino, un vero piacere ascoltare la sua storia e capire come oggi la sua arte si fondi alla perfezione col paesaggio circostante. Prima di lasciare la città abbiamo fatto una breve sosta a San Vito, frazione di Polignano, per ammirare il suo porticciolo e la maestosa abbazia.
Monopoli
Negli ultimi anni Monopoli riscuote un notevole successo dal punto di vista turistico. Complici le numerose calette paradisiache, il centro storico curato e la miriade di locali, Monopoli è ormai una tappa imperdibile in Puglia. Guidati dalla nostra local Marianna Iodice siamo partiti in esplorazione da Cala Porta Vecchia, alle porte della città. Da qui ci siamo addentrati tra le viuzze e, nonostante il maltempo, siamo rimasti fortemente affascinati da ogni angolo, in primis dalla bellezza di Piazza Palmieri, una piazza signorile risalente al XVIII secolo. Abbiamo poi proseguito per il suggestivo porticciolo, con i suoi richiami veneziani che testimoniano l’antica dominazione, fino ad arrivare alla Cattedrale.
Locorotondo
La Valle d’Itria, che comprende Locorotondo, Cisternino, Martina Franca e Ceglie Messapica, è indubbiamente la zona più mistica della Puglia. Per il primo tour abbiamo dovuto fare una selezione e, all’arrivo “in valle” ci siamo fermati a Locorotondo. Accompagnati da Antonio Pagnelli, local innamorato della sua terra, abbiamo scoperto i vicoli immacolati della città, abbiamo ammirato i dettagli che abbelliscono ogni suo angolo, abbiamo conosciuto il sarto che allieta gli animi dei passanti con musica di classe. Antonio ci ha spiegato cosa sono le cummerse, i tetti spioventi che ricordano il nord Europa e caratterizzano il borgo, e ci ha mostrato il belvedere che si affaccia sul “lungomare della Valle d’Itria”, così chiamato dai locali perché a volte – nei giorni di foschia - sembra quasi che oltre i muretti a secco spunti il mare. Locorotondo ci ha fatto sognare, ancor più per la notte trascorsa in un trullo. Da Trulli Pietrabianca abbiamo assaporato la vera atmosfera pugliese soggiornando nel luogo più iconico della regione. Il trullo si è rivelato un ambiente rustico e al tempo stesso caldo e accogliente, come i pugliesi.
Alberobello
Se si pensa ai trulli sicuramente viene in mente lei, Alberobello. Sebbene i trulli si trovino anche nell’intera Valle d’Itria, Alberobello resta la regina indiscussa. Difatti solo qui si mantiene un centro storico caratterizzato esclusivamente dai trulli, solo qui si trova l’esempio – unico al mondo – di Chiesa Trullo, con quattro cupolette. In compagnia di Eligia Napolitano abbiamo ripercorso la storia della città, le chicche nascoste e i punti più fotografati fino ad arrivare nella zona meno battuta e – per il momento – poco conosciuta dai turisti: l’Aia Piccola. Qui la miriade di turisti si trasforma in un lontano ricordo e si può passeggiare tranquillamente assaporando la quiete del posto.
Cisternino
La seconda tappa in Valle d’Itria è stata Cisternino. Famosa per le sue bombette, le specialità di carne che vengono preparate nei tanti fornelli del centro storico, Cisternino ha anche altro da offrire. Guidati dalla local Benedetta Loconte, abbiamo appurato che Cisternino incanta per i suoi angoli in fiore, per l’eleganza di Piazza Vittorio Emanuele con la torre dell’orologio, per il labirinto di viuzze che da qui conduce nei cinque rioni del borgo partendo dall’adiacente Bere Vecchie (il quartiere più antico). Seppur piccina, Cisternino ha tanto da raccontare. E ovviamente non potevamo andar via senza testare una vera esperienza locale: gustare una cena a base di bombette in un fornello tradizionale.
Ostuni
Sono stata decine di volte a Ostuni, ma non mi era mai capitato di girarla a bordo di un ape calessino. Grazie a Alessandro e Angelo di Ostuni Touring abbiamo potuto esplorare la città bianca in maniera dinamica, divertente e inusuale (e senza il minimo sforzo). L’esperienza che mi è rimasta nel cuore è stata la visita alla bottega di Crocifisso Sisinni, ubicata proprio dove si trova la bicicletta più fotografata di Ostuni. Crocifisso, pioniere della tecnica di pittura e incisione manuale sulla pietra, realizza delle opere raffiguranti Ostuni da diffondere ovunque. O meglio, come afferma lui stesso, “manda pezzi di Ostuni nel mondo”.
Mi hanno colpito le sue opere, ma mi ha colpito soprattutto il modo in cui Crocifisso ha parlato della sua arte, dell’indissolubile legame col territorio, di quanto ogni giorno la sua anima si rigeneri osservando coloro che si fermano davanti alla sua bottega per immortalarne la facciata con la bici e i fiori. Perché sia la bici che i fiori – i fiori ben posizionati sulla scala della felicità – vengono sistemati ogni mattina da Crocifisso per donare felicità ai passanti. E per rendere felice se stesso che si nutre della felicità altrui. La storia di questo artista è stata come balsamo sul cuore poiché per me rappresenta un esempio lampante di quello che la Puglia sa donare non solo dal punto di vista turistico, bensì umano.
Lecce
La nostra visita a Lecce, su suggerimento della local Mariangela Sammarco, è iniziata in un umile baretto a suon di rustici e pasticciotti – tra i migliori della zona, dicono. Dopo averci preso per la gola Mariangela ci ha portato alla scoperta del barocco leccese partendo da Porta San Biagio e passando da Chiesa San Matteo, una delle tantissime chiese che ospita la città, fino ad arrivare nell’incantevole Piazza Duomo. Oltre a quella gastronomica, la vera esperienza leccese risiede nella cartapesta. E così abbiamo visitato una delle poche botteghe superstiti nel centro storico di Lecce: la bottega di Don Francesco.
Qui abbiamo toccato con mano la cartapesta e abbiamo potuto apprendere quanto questa nobile arte sia preziosa e al tempo stesso fragile. Fragile perché rischia di scomparire schiacciata dal tempo e dall’inarrestabile evoluzione del mondo che dà sempre meno spazio all’artigianato locale. Eppure io sono fiduciosa: una città così speciale saprà prendersi cura dell’arte che costituisce parte della sua identità. Se chiudo gli occhi penso a Lecce di sera coi dettagli barocchi fiocamente illuminati, con la miriade di gente tra i locali, con le piccole oasi di quiete da cui ammirare lo splendore che questa città offre. Tempo fa qualcuno mi ha detto che Lecce è una strega. Ed è proprio così: Lecce ti ammalia, ti prende l’anima.
Gallipoli
L’ultima tappa si conclude in bellezza con la nostra local di Gallipoli, Eleonora Tricarico, che si è rivelata una guida fuori dall’ordinario. Mentre gustavamo un ottimo aperitivo al mercato del pesce, Eleonora ci ha raggiunto con un cofanetto. Un cofanetto contente degli indizi per scoprire la città. La caccia al tesoro è iniziata con una poesia che ci ha condotto alla biblioteca comunale, un luogo di cui non avevo mai sentito parlare sebbene sia di una bellezza disarmante. Intriso di un buonissimo profumo, questo posto rappresenta la culla della cultura gallipolina e si è rivelato perfetto per assistere a una piccola performance di due personaggi di punta della poesia contemporanea.
La nostra esplorazione è continuata in compagnia di Eugenio Chetta che ci ha portato alla scoperta della Chiesa di Santa Teresa, una chiesetta quasi nascosta che sfoggia il tripudio del barocco leccese in tutto il suo splendore. Bellissima la lavorazione che dà l’idea di una grande spuma che galleggia sull’altare, come se fosse un ricamo in pietra leccese. Eugenio ci ha raccontato aneddoti storici e curiosità su questo luogo e sulle altre chiese principali tra cui la Cattedrale di Gallipoli dedicata a Sant’Agata. Continuando la caccia al tesoro abbiamo poi costeggiato le sfumature di azzurro della Spiaggia della Purità – una splendida spiaggia situata proprio a ridosso del centro storico – per immergerci nelle viuzze e scoprire la vera arte gallipolina: l’arte delle nasse. Abbiamo conosciuto un vero e proprio artista nella realizzazione delle nasse e siamo rimasti incantati ascoltando le avventure della sua vita e tutti i viaggi che l’hanno condotto nella sua terra natia.
D’altronde si dice che il viaggio è circolare, no?
Anche il nostro viaggio è circolare e, dopo tante esperienze, ognuno di noi membri del team è arrivato a sentire la profonda esigenza di parlare di Puglia. E di farlo col cuore.
#MyPugliaStory è un racconto fatto di cuore. E speriamo di averlo trasmesso. Speriamo che questo itinerario, assieme a tutto quello che pubblicheremo d’ora in avanti, possa risultare utile a tutti gli appassionati di Puglia. Utile per un viaggio, utile per una semplice ispirazione, utile per respirare un pizzico di aria pugliese e teletrasportarvi qui.
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